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STRADA DEI CACHI

Inverno. Tempo di cachi. Buoni da mangiare e belli da vedere, soprattutto quando i filari di queste piante compongono una scenografia tutta arancione. Lo spettacolo si ripete ogni inverno sulle colline di San Tomio di Malo dove camminatori, fotografi, curiosi, si recano appositamente per ammirare "la strada dei cachi". La passeggiata prende avvio dal parcheggio del cimitero di San Tomio dove s'imbocca Via Poletti che porta all'omonima contrada annunciata dalla fontana e dalla Mappa dei Capitelli, una tabella appesa al palo della luce che segnala 12 immagini sacre di cui 6 visibili da un punto segnalato sul selciato.
LA ROSA DEI CAPITELLI. Girando lo sguardo in senso antiorario si vedono: il capitello della Regina del Rosario, l'affresco della Pietà con Santi, il dipinto della Madonna dell'Olmo, il dipinto di San Francesco d'Assisi, il mosaico della Sacra Famiglia e l'affresco della Madonna in trono con Bambino. Tutti gli edifici sono disposti intorno alla corte sulla quale vigila un minaccioso drago in ferro proteso sullo spigolo della casa d'angolo ben restaurata. Si prosegue in salita per Via Poletti, al termine della rampa si giunge a un crocicchio di sentieri segnalati, prendendo a sinistra si percorrerà il Sentiero degli Asini, dritti quello della Memoria, a destra il sentiero intitolato a padre Egidio Ferracin, missionario comboniano martire in Uganda il 4 agosto 1987. Per una camminata di 6 km si prenderà a sinistra il Sentiero degli Asini, per la sua variante che giunge più rapidamente alla strada dei cachi, si sceglierà il viottolo a destra con segnavia arancione che si seguirà fino al suo sbocco nel filare traboccante di frutti. Tutto il contesto: la carrareccia che interseca i campi, il gruppo di case abbandonate, il profilo del colle, compongono un'armoniosa immagine paesaggistica. Per gli amanti della fotografia, il momento migliore per gli scatti è al mattino quando il sole trafigge lo spettacolare sipario tutto arancione.
IL MONTE PALAZZO. Dal capitello della Madonnina di Lourdes proseguendo dritti si seguirà il lungo itinerario panoramico del Montepian che porta in alto alla chiesetta di San Valentino. Prendendo a destra il Sentiero degli Asini, si è già all'antica Villa Scorzato; qui si può proseguire in discesa sulla strada asfaltata o prendere il sentierino che inizia dietro al galoppatoio e scendere lungo il Monte Palazzo. Quest'altura fu un sito paleoveneto abitato dall'VIII al II secolo a. C., sulla cima esistono i resti di un focolare scavato nella roccia dove si trovarono cocci di ceramiche e ossa bruciate, altri reperti come frecce, selci, punteruoli, corna di cervi, fibule di bronzo si rinvennero sulle pendici. Scendendo il suo versante nord-orientale, ossia la scorciatoia dell'itinerario del Sentiero degli Asini, si vede la grotta del Beco d'Oro. Questa cavità naturale, che si addentra per una decina di metri nell'arenaria miocenica, funse da riparo e preziosa riserva d'acqua nel periodo neolitico e paleoveneto e restituì cocci di terracotta e un arco di legno.
LA CASETTA DEI FORMAGGI. Da Villa Scorzato, sia che si decida per l'asfaltata Via Garbuiolo e al termine della discesa si giri a destra per Via Ghellini o si percorra il sentiero del Monte Palazzo, si giunge alla semicurva del Barco Ghellini dove prendendo a sinistra si arriva alla casetta delle Fattorie Venete, distributore automatico dei prodotti caseari delle Latterie Vicentine. È un ristoro self-service 24 ore su 24 con panchina e possibilità di acquisto di latte, burro, formaggi tra i quali il gustoso Castelgrotta stagionato 5 mesi negli ex-rifugi del castello di Schio. Si può gustare sul posto lo yogurt con cucchiaini sigillati.
LA GREPPIA. Vicino alla casetta si può visitare la Fattoria Didattica della Regione "La Greppia" della famiglia Scorzato. Nelle stalle sono allevate 150 vacche di razza Frisona che producono Latte di Alta Qualità. Visite guidate per gruppi di qualsiasi età e proposte per le scuole sono prenotabili al 344 1151642, immagini e notizie sulla pagina FB Fattoria Scorzato "La Greppia".
IL BARCO. Per tornare al punto di partenza si passa davanti alla sequenza delle 9 arcate del Barco Ghellini sotto il cui lunghissimo portico corre al piano superiore un ballatoio ligneo sul quale si aprono le porte delle camere. L'edificio risale al 1620, probabile riedificazione di una casa cinquecentesca rinnovata da un architetto legato all'architettura di Vincenzo Scamozzi.
INFO. In Piazza Bassetto, di fianco alla parrocchiale di San Tommaso, sono in vendita al Bar Buso ad 1 euro cinque pieghevoli sugli itinerari delle colline di San Tomio. L'itinerario della "Strada dei cachi", variante breve del Sentiero degli Asini, richiede un paio d'ore foto incluse.
Cinzia Albertoni
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